Enzo Bettiza e la Nazione Dalmata
€6,00
Na zalihi
Težina | 364 g |
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Format | 17 × 24 cm |
Autor | |
Izdavač | |
Mjesto izdanja | Rovigno |
Godina | 2017 |
Broj stranica | 194 |
Uvez | Meki |
Stanje knjige | Kao nova |
Nel volume edito dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Enzo Bettiza e la “Nazione dalmata” (CRSR, Rovigno 2017), Dario Saftich ha saputo scrupolosamente descrivere, attraverso la vita e le opere di Bettiza, una Dalmazia, o meglio la realta di Spalato e Zara tra le due guerre mondiali ed il periodo bellico, che purtroppo non esistono piu. Bettiza e stato senza dubbio un grande scrittore e giornalista di fama europea, l’ultimo grande autore dalmato di lingua italiana, perfetto conoscitore del mondo slavo e latino che per secoli si sono mescolati e influenzati a vicenda lungo tutto il litorale dell’Adriatico orientale. Anche se esule, in seguito alle ben note vicende della Seconda guerra mondiale, non taglio mai i ponti con la propria terra natale e rimase sempre in qualche modo legato, soprattutto attraverso i propri lavori letterari, alla Dalmazia dove, nacque, visse da giovane e si formo intellettualmente, continuando a sentirsi per tutto il resto della vita un vero dalmato di cultura e lingua italiana, senza risentimenti ed estremismi. Infatti, attraverso la sua attivita intellettuale seppe creare dei preziosi collegamenti tra la cultura italiana e le varie culture slave. Bettiza rimane l’ultimo testimone di un’altra Dalmazia dove piu che tolleranza c’era vera convivenza. Come viene sapientemente e dettagliatamente presentato dall’autore, Bettiza fu un personaggio complesso ed estremamente interessante, bilingue sin dall’infanzia, di padre tenacemente italiano in una Spalato ormai jugoslava e di madre croata. Fu un vero intellettuale europeo, profondo conoscitore delle vicende del XX secolo e acuto osservatore del nuovo ordine mondiale. Fu per decenni al centro della vita sociale e culturale italiana ed europea, come grande giornalista, inviato a Mosca, Vienna, Berlino, Parigi e Londra e anche cofondatore insieme a Indro Montanelli del quotidiano “Il Giornale”. Fu anche un possente narratore e letterato, ma anche fine politico come senatore ed eurodeputato.